Le origini
Barbarano, secondo alcuni storici come il padre Barbarano De Mironi, trae il suo nome dalla famiglia romana dei Barbii che l'avrebbe fondato nell'anno 150 a. C.; secondo altri, dai Longobardi dalle lunghe barbe. Studi recenti hanno invece stabilito che l'etimologia del toponimo è certamente di origine prediale (cioè derivante dal nome del proprietario di un fondo, nel nostro caso Barbarius).
La zona di Barbarano era già abitata in epoca romana. Lo confermano i rinvenimenti nel territorio barbaranese della famosa stele funeraria di Fortunio (tale lapide ha contribuito a rafforzare la tesi dell'origine romana di Barbarano; inoltre si ritiene che rivesta una particolare importanza anche come documento della penetrazione del Cristianesimo nella nostra terra), di diversi reperti ritrovati in via Castello nel 1957 durante gli scavi per l'acquedotto tra cui laterizi, un pezzo di fregio, un frammento di lapide e soprattutto una base in marmo offerta al dio della medicina Esculapio, come ex voto, da un certo Publius Sertorius, un monumento votivo, attribuito al I secolo d. C.; altre testimonianze archeologiche sono emerse in località Molinelli, in un’area a sud di Rampezzana vicino al Monte San Giorgio, nei pressi di Monticello, di San Pancrazio e del Bagno di Barbarano.
Tale distribuzione induce per ora ad escludere l'esistenza, in epoca romana, di un vicus, cioè di un vero e proprio villaggio, e fa pensare piuttosto a contesti abitativi sparsi di tipo rustico, cioè strutture rurali anche di grandi dimensioni, come quella individuata presso Monticello o nella zona di Rampezzana dove si trovava un'area insediativa con annessa necropoli. Dai ritrovamenti archeologici si deduce che l'umanizzazione dell'area pedecollinare a scapito di quella collinare è da porre in relazione con le condizioni ambientali di quest'ultima che non consentivano un'economia di autosufficienza (le colline beriche apparivano spopolate poiché coperte da boschi e da poveri terreni pascolativi); pertanto le esigenze della pratica agricola avevano portato alla valorizzazione delle zone pianeggianti che disponevano d'acqua e potevano essere coltivate. Inoltre il territorio lungo il versante berico favoriva anche i rapporti commerciali grazie alla presenza di un'importante via di comunicazione che collegava Vicenza con la parte meridionale del suo agro e con Este (conosciuta poi come strada della Riviera Berica). Vi era poi una probabile via di comunicazione fluviale, certamente in contatto sia con Vicenza, sia con Este che successivamente si sarebbe chiamata canale Bisatto.